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Fucina degli angeli
fondata da Egidio Costantini

biografia





  1. Dall'infanzia al matrimonio
  2. L'inizio di una nuova vita
  3. Gli anni dell'affermazione
  4. Romania, Barcellona, Tokyo
  5. Il maestro dei maestri

Tornato a Venezia, prende contatto con Murano ed inizia un lavoro di agente commerciale per alcune vetrerie; ha così occasione di parlare con i maestri vetrai ed osservare attentamente, da bravo botanico, ogni particolare della lavorazione del vetro.
Un poco alla volta, imparando un po’ da uno, un po’ da un altro, il vetro per lui non ha più segreti. Una volta acquisite le tecniche e le conoscenze necessarie per la lavorazione del vetro, lascia il lavoro di rappresentante per intraprendere definitivamente la strada che lo porterà ad essere il primo e il più grande artista del vetro.
All’inizio realizza da solo anfore vasi, coppe, bicchieri e portacenere dalle forme e dalle linee originali e innovative. Questa fase di “sperimentazione solitaria” ha breve durata, il suo intuito lo porta a capire che per portare l’arte del vetro ai livelli raggiunti dalla scultura e dalla pittura, questo può avvenire solo grazie alla collaborazione dei cervelli del maestro vetraio, dell’artista-pittore o dell’artista-scultore e di lui. Egidio infatti capisce che il vetro ha bisogno della genialità e della fantasia degli artisti, delle capacità tecniche dei maestri vetrai e di lui, l’unico all’epoca, ma forse ancora oggi, a sapere tradurre le forme, i colori, le espressioni dalla tela al vetro, senza decadere in una produzione di semplici “copie” in vetro.

Egidio Costantini in Piazza San Marco

È consapevole di essere in grado di realizzare opere che, con il disegno o la maquette da cui provengono, condivideranno solo l’idea, il pensiero che le ha generate ma, che rispetto a forme, colori, dimensioni, ecc., l’opera in vetro deve trovare un proprio equilibrio, deve seguire la natura che la materia di cui è composta le impone.
Il primo artista a cui Egidio si rivolge è Gino Krayer, un pittore veneziano surrealista, che mette a sua disposizione alcuni disegni per i suoi primi tentativi di mettere in pratica le sue intuizioni. Egidio quindi si reca a Murano, in una fornace, portando con sé i disegni di Krayer e le proprie intuizioni; così guidando con la propria voce e i propri occhi la mano del maestro vetraio realizza i primi esemplari in vetro, che riscuotono l’immediata approvazione del pittore. Il successo ottenuto da Egidio, spinge Krayer a presentargli un gruppo di artisti veneziani: Fioravante Seibezzi, Armando Tonello, Mario Carraro. Egidio trasforma anche i loro disegni in opere in vetro. Da tutti gli artisti, e questo lo farà sempre con chiunque collaborerà con lui, nessuno escluso, pretende e ottiene la massima libertà di realizzare le opere nella piena autonomia seguendo esclusivamente quelle che sono le sue idee e le sue intuizioni. Inizia così il periodo del “Centro Studio Pittori nell’Arte del Vetro di Murano (1950-1955)”, questo il nome del gruppo di artisti fondato da Egidio.
Vengono allestite anche le prime esposizioni collettive: la prima mostra viene inaugurata a Murano il 18 aprile 1953, inseguito la stessa viene portata a Treviso, poi a Perugia e infine a Roma.
Nello stesso periodo Egidio sente la necessità di mettere per iscritto le sue idee di innovazione e di radicale trasformazione dell’Arte del Vetro e decide di comunicare il suo grande Progetto ai più famosi artisti dell’epoca. Scrive decine e decine di lettere in cui espone agli artisti la sua proposta. Il primo a rispondere è il pittore austriaco Oskar Kokoschka, la loro prima collaborazione risale al 1952: da un suo disegno Egidio realizza un vaso ad anse invertite chiamato Vaso Baccanti. Nello stesso periodo realizza anche opere su disegno di Le Corbusier: una delle prime è il Bucranio Blu (1954).
Nel 1954 Egidio si reca a Parigi, vuole incontrare un artista che sia amico di Picasso e che possa scrivergli una lettera di presentazione: il pittore spagnolo Pedro Flores si rende disponibile a scriverla. A Parigi nel frattempo Egidio aveva incontrato Calder a cui aveva consegnato il pesce realizzato su suo disegno, Jean fautrier che gli aveva fatto dono di un disegno, poi Gino Severini e infine Saverio Pozzati, in arte Sepo, è quest’ultimo ad avergli indicato il nome di Flores.
Da Parigi Egidio si trasferisce a Vallauris sulla Costa Azzurra, sede della residenza di Picasso. Dall’incontro tra i due artisti non nasce semplicemente un accordo di collaborazione ma una vera e propria amicizia che durerà fino alla morte di Picasso, avvenuta nel 1973. Il grande artista andaluso consegna ad Egidio i disegni del Flamenco, del Centauro e del Giano Bifronte: ne nasceranno i primi capolavori realizzati da Egidio su disegno di Picasso. Negli anni successivi seguiranno nuovi incontri e nuove opere in vetro realizzate dagli altri disegni che Picasso gli consegnerà.
Sempre nei suoi viaggi in Francia Egidio conosce, diventa amico ed inizia a collaborare con Jean Cocteau, scrittore, poeta, pittore, drammaturgo e regista, e con il poeta Andrè Verdet, entrambi amici di Picasso.
Verso la metà degli anni ’50 il gruppo del Centro entra in crisi per una discordanza di opinioni ed interessi: Egidio è più che altro interessato fare crescere la sua arte ma una parte degli artisti è invece più interessata ai guadagni immediati. La rottura diventa definitiva nel ’55 quando Egidio decide di andare per la sua strada e consegna le sue dimissioni di socio e direttore del Centro.
Nello stesso anno Egidio apre una propria galleria d’arte a Venezia in campo San Filippo e Giacomo: Jean Cocteau gli da il nome di “Fucina degli Angeli”. La Fucina non è solo il luogo dove vengono esposte le opere di Egidio e dei suoi artisti ma è anche il luogo dove il nuovo movimento artistico portato avanti da Egidio, dopo l’esperienza del Centro Studi Pittori, prenderà forma e che con esso condividerà il medesimo nome.
Trascorrono gli anni e aumenta il numero dei viaggi d’oltralpe – la Francia e la Svizzera sono le sue mete – ma anche il numero degli artisti che aderiscono al movimento artistico da Egidio e che entrano a fare parte: Arnoldo Arnoldi, in arte Nagh, Manfredo Borsi, il pittore tedesco Hans Hartung e Marc Chagall. Per Egidio è un periodo felice il nome della Fucina si sta affermando a livello europeo ed il suo impegno si alterna fra il lavoro nelle fornaci muranesi e l’allestimento e l’inaugurazione di mostre in Italia e all’estero.























Premio per una gara di danza.
Studio di Tonello e Egidio Costantini.















Studio di Gino Krayer e Egidio Costantini.














Premio della Mostra del Cinema di Venezia.
Studio di Gino Krayer e Egidio Costantini.